Articolo del: 17/02/2008
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Quella strada proprio non la vogliono. Secondo loro, per alleviare il traffico, non serve. Meglio, molto meglio, l’Ecopass, che andrebbe esteso anche alle periferie milanesi. Ieri mattina, comitati di quartiere, privati cittadini, associazione Ciclobby e Legambiente sono scesi in piazza per protestare contro la Gronda Nord, la grande arteria stradale che, una volta completata, andrà a tagliare in due la parte settentrionale della città: un corteo di quasi un centinaio di biciclette si è snodato dall’ospedale Niguarda a Quarto Oggiaro, lungo il tracciato automobilistico che dovrebbe congiungere la tangenziale Est con la tangenziale Ovest, attraversando quartieri come Adriano, Precotto-Monza, Affori-Bovisasca. «Undici chilometri a quattro corsie, quasi un’autostrada che, secondo gli studi del Comune, genererebbe il passaggio di quasi 5mila automobili l’ora - spiega Fausto Moretti, portavoce del Coordinamento dei comitati contro la Gronda Nord -. Doveva servire a fluidificare il traffico: a noi sembra che invece lo peggiorerà». Gli fa eco Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia: «La strada interquartiere Nord, com’è chiamata adesso, ci sembra incoerente con le politiche messe in campo fino a questo momento dal Comune: l'Ecopass è stata una delle misure antitraffico più significative degli ultimi anni e andrebbe esteso anche alle periferie, investendone i proventi nel potenziamento del trasporto pubblico e della ciclabilità urbana». Proprio il ticket antismog si trova in cima alle richieste dei comitati: «L’Ecopass premia i residenti del centro storico, ma anche noi abbiamo diritto di respirare - spiega Moretti -. Vorremmo che il Comune estendesse la rivoluzione della mobilità anche alle cerchie periferiche». La battaglia contro «l’autostrada urbana» viene da lontano. L'infrastruttura era prevista in un vecchio piano regolatore del 1953 («ma allora la zona era praticamente disabitata», sottolinea Moretti) e fu poi ripresa, nel 1999, dalla giunta Albertini: da allora i comitati non hanno mai smesso di combatterla, presentando nel 2001 anche la proposta di un tracciato alternativo. «Ma è stato tutto inutile - continua Moretti -. Ora aspettiamo il pronunciamento della Corte di giustizia europea sulla mancata valutazione di Impatto ambientale dell’opera». In attesa del parere, comitati e Legambiente chiedono che il progetto sia bloccato. Finora un unico tratto di strada è stato realizzato in zona Niguarda. Sospira Emma, che vive poco distante: «Traffico, rumore e smog: la situazione da noi è già invivibile».
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