| Ieri al Pirellone il faccia a faccia fra Regione, Trenitalia e utenti dopo i tanti disagi Le ferrovie: «Nuovi treni solo a giugno» Laguzzi: con l'orario invernale ritardi diminuiti. I pendolari: sciopero simbolico dell'abbonamento
Articolo del: 19/12/2008 Autore: Claudio Del Frate
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MILANO — E' proprio come stare alla stazione ad aspettare un treno: non è che l'attesa può essere infinita. Così, se dopo Natale lo tsunami di cancellazioni e ritardi che ha sconvolto in questi giorni la rete ferroviaria della Lombardia dovesse ripresentarsi pari pari, scatteranno le azioni di protesta da parte degli utenti. «Il primo atto simbolico sarà lo sciopero dell'abbonamento: ci rifiuteremo di mostrare la tessera se non in presenza della polizia. Ma a quel punto denunceremmo agli agenti tutti i disservizi ai quali siamo sottoposti»: Gianni Cavinato è un pendolare di lungo corso. Nel tempo che gli rimane dopo il lavoro e dopo il quotidiano su e giù tra Milano e Lodi (la sua città) guida un'associazione di consumatori. Che al vertice di ieri al Pirellone tra Regione, Trenitalia e pendolari ha lanciato la proposta più agguerrita.
Il tavolo di verifica del nuovo orario ferroviario entrato in vigore il 14 dicembre scorso avrebbe dovuto tenersi il 20 gennaio prossimo: lo stillicidio di disastri, proteste e anche occupazione di binari di questi giorni ha indotto l'assessore regionale Raffaele Cattaneo ad anticipare precipitosamente la scadenza. Il faccia a faccia era partito in verità come un dialogo tra sordi. Giancarlo Laguzzi, responsabile di Trenitalia per il trasporto locale aveva lasciato tutti di stucco: «Stando alle nostre statistiche i ritardi nei primi giorni di adozione del nuovo orario non solo non risultano aumentati, ma in alcune tratte sarebbero addirittura diminuiti, ad esempio sulla Milano-Piacenza, proprio la tratta che convive con la neonata Alta Velocità».
Stupore generale, tanto che Giorgio Daho, del Coordinamento Pendolari non si tira indietro: «Ci domandiamo come vengono elaborate certe statistiche. La percezione che abbiamo noi utenti e ben diversa». Opinione corroborata a ruota dal racconto di tutti i rappresentanti delle singole linee lombarde. Una ragione di tanta discrepanza c'è: Laguzzi, nella sua statistica, prende in considerazione il 100% dei treni circolanti in regione; i pendolari usano come termometro la fascia oraria della mattina e della sera, la più trafficata ergo la prima a subire ritardi e sovraffollamenti. A proposito di sovraffollamenti: l'accusa principe che i dirigenti di Trenitalia si sono visti addossare ieri è stata proprio la diminuzione delle carrozze.
Ecco la replica di Laguzzi: «Non siamo in grado di mettere a disposizione materiale in più: tra nuovi ordinativi e la consegna di treni passano minimo due anni. La Regione Lombardia, unica in Italia, ha acquistato di suo materiale rotabile: i nuovi treni saranno messi in servizio sulla Milano-Varese, le carrozze tolte da quella linea saranno distribuite nel resto della Regione, specie lungo il ramo di Bergamo e Brescia. Quando? Entro giugno, prevedo». Al tirar delle somme, Trenitalia ha già annunciato dei correttivi all'orario di alcuni treni tra i più contestati («ma non possiamo stravolgere di nuovo la nostra programmazione, pena altro caos» ha precisato Laguzzi).
Dal canto suo l'assessore regionale alle infrastrutture Raffaele Cattaneo resta in attesa di vedere i risultati: «Abbiamo due strade davanti, quella della protesta e quella della proposta. Alcuni dei punti che avevamo sottoscritto con Trenitalia nell'incontro del 28 novembre scorso non sono stati rispettati. Il fatto che la percentuale di ritardi è rimasta invariata, secondo Trenitalia, rispetto ai mesi scorsi è semmai più preoccupante: significa che i problemi non sono legati alla partenza di questo o quel convoglio, ma che sono strutturali e più profondi».
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