Articolo del: 19/12/2008 Autore: Luisa Ciuni
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Nelle grandi città occidentali sono moltissimi i quartieri residenziali distanti 40/50 chilometri dal così chiamato centro. Come ci si va? La maggior parte prende il treno o l’autobus, gli altri che sono una minoranza prendono l’auto. Non si ha notizia a Londra, Parigi, Berlino di vagoni luridi, niente posti a sedere, spifferi letali , pulci e compagnia cantando. Tutto quello, per semplificare, cui sono esposti i pendolari italiani, veri figli di un dio minore, abituati a tutti gli abusi, al caldo come al freddo e, adesso, anche alla soppressione di corse necessarie che si sono fatte di nebbia come se fossero un divertimento, un gioco, un’allegra ubbia di cui si può fare a meno.
Del resto, che volete? Abbiamo l’alta velocità (che già tarda) con treni magnifici e moderni, un vero lusso caro come il fuoco che rende ancora più pesante e brutale la scomodità cui sono sottoposti ogni giorno decine e decine di lavoratori e studenti, costretti a viaggiare su carri bestiame, non certo per divertimento ma per guadagnarsi il pane o seguire le lezioni.
In questi giorni le loro necessità vengono prese in considerazione. Gli ultimi ritardi sono stati scandalosi e il fatto ha creato scalpore. Saranno prese delle misure, sarà aggiunto qualche vagone, forse una veloce pulita verrà data agli scompartimenti più sudici. Ma poi? Tutto fermo fino al prossimo scandalo mentre ore di riposo e di lavoro si perdono sui binari e si sommano a stanchezza e rabbia.
Naturalmente, in modo parallelo, la politica spinge affinché i pendolari abbandonino l’auto a casa e prendano i mezzi pubblici. Ovvero i treni. Quello che non si riesce a comprendere è come vada d’accordo la necessità di abbassare l’inquinamento e rendere l’aria migliore con il presente stato delle ferrovie che disincentiva chiunque possa appena appena permettersi 4 ruote. Ah, già! C’è l’alta velocità.
Commento: Articolo perfettamente condivisibile.
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