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L’indagine dell’Aci tra gli automobilisti: esposti e denunce

Nella giungla di buche e cartelli divelti Allarme sulle strade: non c’è sicurezza

I cittadini segnalano pericoli per asfalto rovinato e segnaletica compromessa. «Appalti al ribasso»

Articolo del: 16/05/2009
Autore: Armando Stella

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Gli effetti so­no in un’indagine: «Più del 50 per cento degli automobilisti considera causa di pericolo la segnaletica incongrua, non visibile e poco chiara», dice Domenico Sassano, direttore dell’Aci. Dalla stessa ricerca del 2008 emerge un altro dato: «Una buona manutenzione è fonda­mentale per la sicurezza». Il Comune assicura: sostituiamo i pali e sistemia­mo le buche. Andrea Trentini, 41 anni, presidente di Motocivismo, sta proget­tando con la Statale un software per mappare le vie a rischio (www.netlam­ps.org) e segnalare buche e binari mor­ti su Gps o telefonino: la manutenzio­ne si fa, ma lui non si fida. Per tentare un censimento delle stra­de c’è da guidare e pedalare. In via Ca­damosto, a Porta Venezia, non passano più i tram ma la strada collassa accanto ai binari. Sembra scavato dai tombaroli il percorso da viale Giustiniano a piaz­za Novelli. Sono rigonfie le vie Ceradi­ni e Verrocchio, trivellate le strade del Quadrilatero, via Bigli e via Verri. Sono malmesse le centralissime via Circo e Cappuccio, dissestate le arterie del Tici­nese. È mitragliato il viale Papiniano del mercato e via Ferrari verso il ponte di via Farini.


Perché? «Abbiamo avuto un’ondata di maltempo straordinaria nel 2009», ribatte l’assessore al Lavori pubblici, Bruno Simini. Aggiunge: non a Milano, ma in tutto il Nord Italia si sono aperte le strade. E prosegue: «Ab­biamo stanziato 1,5 milioni di euro per la manutenzione» e nell’ultima settima­na sono stati chiusi 26 interventi. Ma il grosso dei cantieri, nove su dieci, arri­verà tra giugno e settembre, col meteo buono. «Le strade invecchiano e si con­sumano — conclude Simini —. Per questo ho proposto un incremento si­gnificativo delle risorse nel 2010». Posa, rullatura e densatura dell’asfal­to sono lavori di precisione. Contano i centimetri. «Solitamente si sistemano solo i 3-4 in superficie, ma non si met­te mano sotto»: se le strade di Milano si sbriciolano è anche per questo, so­stiene Giovanni Da Rios, docente di In­frastrutture viarie al Politecnico.


Ma il «disastro» è un concorso di colpe: gare al massimo ribasso, contenimento dei costi, scadente qualità dei materiali. «La manutenzione non viene vista co­me investimento, ma come rincorsa al­l’emergenza». Spiegazione tecnica: il manto stradale è composto da bitume, sabbia, pietrisco e pietrischetto. Cosa succede: «Si usano tecnologie non mo­dernissime, non vengono impiegati gli additivi necessari e così gli strati so­vrapposti non si 'incollano' alla base». Altro dato: le strade sono vecchie, la «vita utile» dell’asfalto non supera i dieci anni ma a Milano, sostiene il pro­fessor Da Rios, «se ne aspettano in me­dia venti prima di intervenire». Tardi. «Quando gli strati inferiori sono mol­to, molto degradati».


Conclusione, piuttosto dura: «Gli appalti al massimo ribasso hanno generato mostri». Per una città che sprofonda, un’altra s’inchina al degrado. Cartelli piegati, di­vieti di sosta inclinati in corso Buenos Aires e piazza Cavour, pali abbattuti da Chinatown a corso Venezia. Quanta se­gnaletica decadente, incidentata o di­velta. «Ogni settimana ereditiamo 50 cartelli distrutti dai vandali», dice l’as­sessore Simini. Ché il ferro non si pie­ga da solo: o l’abbatte un’auto, o lo for­za un uomo. Il Comune ne aggiusta o sostituisce seimila all’anno e metà di questi sono stati «rotti o graffitati». Sol­di buttati? Cinquecentomila euro su un milione. Per dire: l’Amsa ha recuperato 2.003 pezzi d’arredo sulle strade solo da gennaio ad aprile tra archetti, parigi­ne, cordoli e cartelli. Sedici elementi al giorno. Così Simini: «Noi facciamo la nostra parte, ma vorremmo smetterla di correre dietro ai vandali». Dieci anni buoni, fa il conto, basterebbero a sosti­tuire tutti i cartelli della città. I vecchi. Gli sporchi. E i pendenti.



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