Articolo del: 12/10/2009
Vai all' articolo originale
Se in zona esiste un comitato battagliero di residenti, il Comitato navigli, che ha lottato con tutte le sue forze contro la realizzazione dell’autosilo subacqueo, esiste un altro comitato, più silenzioso, l’Associazione residenti navigli, che invece vedeva con estremo favore la realizzazione del parcheggio. «In zona esiste una vera emergenza parcheggio - spiega Augusto Scacchi, portavoce del comitato - per questo attendevamo con favore la costruzione dei 300 box privati. Quando termina l’isola estiva sui navigli e la circolazione in zona viene ripristinata, i residenti trovano parcheggio solo lungo le sponde dei Navigli, cosa che ritengo inammissibile: così si logorano e si distruggono gli argini, oltre a deturpare il paesaggio. Non solo - continua Scacchi, avere tutte le auto in fila nel tratto, in particolare lungo la ripa, in via Paoli e dintorni, rende anche impossibile ai mezzi dell’Amsa pulire le strade, creando così un ulteriore disagio. L’unica soluzione, per Milano è mettere le auto sotto terra. In attesa del mio box mi sono arrangiato, ho dovuto cercare un garage, e l’unico disponibile che ho trovato è piuttosto lontano da casa, e che mi costa ben 2mila euro l’anno. Cosa farò adesso? Be’, prima di prendere una decisione, però, vorrei capire meglio cosa è successo alla Darsena e nei rapporti tra comune e l’impresa costruttrice. Personalmente ritengo comunque che la decisione presa dal sindaco Moratti di fare marcia indietro non sia in linea con l’Expo, che si incentra sui navigli. Non solo, in campagna elettorale la Moratti aveva promesso che avrebbero eliminato le auto dalla superficie per metterle appunto sottoterra; ma come e in che tempi pensano di farlo se in Darsena hanno fatto marcia indietro?».
Commenti |