Articolo del: 23/03/2008 Autore: Pietro Vernizzi
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Oltre un diesel su tre non è in regola e uno su dieci inquina più di quanto dovrebbe. È il dato che emerge dai controlli effettuati dagli agenti di Roberto Fazzini, commissario capo del Nucleo radiomobile della Polizia locale. Su 433 veicoli a gasolio fermati dai vigili nel 2007, ben 163 sono stati multati perché trovati con gomme lisce, freni consumati, fanali e frecce non funzionanti o per l'eccessiva rumorosità del motore. Ma soprattutto, in 44 casi, per avere superato la soglia delle emissioni inquinanti consentite. Una vera giungla sulle strade della città, con una mancanza di rispetto delle regole tanto più grave se si pensa che auto e furgoni in Lombardia passano ogni 12 mesi dalle officine, alternando la revisione (ogni due anni per i veicoli immatricolati da più di quattro) con il bollino blu.
Anche se, come rivela il proprietario di un'autoriparazioni a Nord di Milano, «si tratta di controlli che hanno perso qualsiasi valore. Le auto escono dalla revisione come sono entrate, basta allungare dieci euro al meccanico e la cosa è fatta. Le autofficine tanto non rischiano nulla, se un veicolo inquina più del dovuto nessuno va a pensare a una loro negligenza. Ci possono essere diecimila altri motivi, da un manicotto del carburante che si è guastato, a un errore nella scelta del combustibile che ha creato guai al motore, allo stesso benzinaio che può aver pescato il fondo delle cisterne facendo aumentare il livello delle emissioni». All’origine delle «scorciatoie» adottate da automobilisti e meccanici non c’è soltanto un fatto di mentalità, ma anche di costi. Come spiega lo stesso responsabile dell’autoriparazioni, «sto rifacendo il filtro antiparticolato a un’Opel Astra il cui proprietario dovrà sborsare 1.200 euro. Se si sommano ai 500 euro della revisione, al bollo e a tutte le altre spese di manutenzione (per non parlare dell’Ecopass, ndr), viene fuori una cifra che un privato cittadino non si può permettere. La lotta all’inquinamento andrebbe vista in un’ottica diversa, non come business, anche perché non ci guadagna nessuno, neanche noi».
Resta il fatto che il gasolio è una delle sostanze più inquinanti utilizzate in città e per combatterne gli effetti gli uomini della Radiomobile hanno deciso di intensificare la loro presenza sul territorio. Come rivela il commissario Fazzini, «tre volte a settimana controlliamo i veicoli con uno strumento chiamato opacimetro, in grado cioè di misurare l’“opacità” dei gas di scarico. Ne abbiamo acquistati tre spendendo circa 12mila euro per ciascuno e costituiscono un buon deterrente nella lotta alle emissioni. Tanto che con l’arrivo dei nuovi veicoli in dotazione alla Radiomobile contiamo di raddoppiare il numero delle uscite». Una decina gli agenti in grado di far funzionare gli opacimetri, dopo un periodo di formazione da parte del Dipartimento milanese di Arpa Lombardia (a sua volta in possesso di 10 apparecchi a livello regionale e due a livello provinciale), il cui supporto tecnico-scientifico per contrastare l’inquinamento continua tuttora. Non soltanto fornendo i dati meteorologici indispensabili per i controlli, ma anche mettendo a disposizione il cervellone elettronico «Blu Polloc», nel quale confluiscono in tempo reale tutti i numeri con i veicoli controllati e le rispettive emissioni.
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