| Gli epidemiologi: pochi controlli sulle misure per contenere i veleni dell’aria
Asma da smog, boom di bimbi ricoverati
Dossier al ministero: oltre 140 morti ogni anno per colpa delle polveri. Ragazzini, anziani e cardiopatici a rischio
Articolo del: 26/11/2009 Autore: Gianni Santucci
Vai all' articolo originale
MILANO - Gli effetti, nei pronto soccorso, si vedono subito. I medici se ne accorgono tra il secondo e il quinto giorno dopo che nell’aria salgono le concentrazioni di biossido di azoto, un gas molto inquinante che si produce soprattutto in estate. In quei giorni i ricoveri dei bambini per asma aumentano dell’8,8 per cento. Tradotto in numeri: su 240 bambini milanesi che entrano in ospedale d’urgenza per crisi asmatiche gravi, 18 non si sentirebbero male se in città si rispettassero i limiti per il biossido d’azoto. L’analisi è contenuta nella pubblicazione conclusiva del «Progetto EpiAir», lo studio più aggiornato sugli effetti dell’inquinamento atmosferico sulla salute in 10 città italiane. Non è la prima, ma di certo la più completa e ricerca su tre inquinanti (polveri sottili, biossido d’azoto e ozono) nel periodo tra 2001 e 2005. Sarà pubblicata come supplemento alla rivista «Epidemiologia & Prevenzione».
«Gli effetti più gravi sono quelli che si manifestano in un aumento delle morti — spiega il coordinatore della ricerca, Francesco Forastiere — Se si considerano i decessi per cause naturali, il solo Pm 10 provoca un aumento del rischio di morte in media dello 0,69 per per ogni incremento di concentrazione nell’aria di 10 microgrammi per metro cubo». Un principio generale che si può applicare alla situazione milanese, dove le medie annuali di polveri sottili sono stabilmente sopra i 40 microgrammi rispetto a una soglia che l’Unione europea fissa in 20 come obiettivo da raggiungere per il 2015. «Se si applicano questi parametri a una città come Milano — spiega Forastiere — dove muoiono in media 10.000 persone l’anno per cause naturali, si scopre che in dodici mesi sono almeno 140 le morti riconducibili al persistente superamento della soglia di inquinamento. Morti che nella maggioranza dei casi avvengono per cause cardiache e respiratorie». I soggetti più a rischio: anziani e cardiopatici.
Gli epidemiologi hanno cercato anche di valutare impatto e benefici delle misure per ridurre lo smog. Risultato: pur se esistono provvedimenti come l’Ecopass, aumenta sempre più il numero delle auto in circolazione. E poi una critica: «Si rilevano notevoli difficoltà nell’attuazione delle misure e una carenza di controlli ». Commenta Luca Carra, presidente milanese di Italia Nostra: «Invece di tornare indietro, e dare deroghe, la strada è quella di mettere in campo finalmente misure più incisive». In particolare in questo autunno nero: ieri in città è stata sballata la soglia del Pm10 per il 14esimo giorno consecutivo.
Commento: Ogni anno, periodicamente, compaiono sui mass media gli allarmistici risultati di studi che pretendono di quantificare quanti morti sono da attribuire al tal inquinante. Tutte le volte i dati sono confusi e ultraprecisi allo stesso tempo. Chissà come fanno a dire che il 'rischio di morte in media dello 0,69 per per ogni incremento di concentrazione nell’aria di 10 microgrammi per metro cubo', e non, per esempio, 0,70!
VGa ancora una volta sottolineato che i morti non hanno un' etichetta sopra, dove sia segnata la causa del decesso. Se uno fa un incidente e muore, si può dire che sia morto a causa di un incidente stradale, ma spesso no. Se un ottantenne con l' enfisema, perchè ha fumato tutta la vita, e magari anche con problemi al cuore, muore proprio in un periodo in cui la concentrazione del pm10 è più alta, non si può dire che sia morto a causa del pm10! Sarebbe come dire che in autunno è il vento a portare gli alberi a perdere le foglie, che invece cadrebbero comunque, anche se magari non in quel dato momento in cui il vento a iniziato a tirare più forte.
L' inquinamento sicuramente non fa bene, ma è solo uno di tanti fattori che influiscono sulla durata della vita. E poichè l' effetto dei vari fattori dipende anche da dalla loro interazione, l' unico modo univoco per definire l' effetto di uno di essi sarebbe quello di ricreare una città identica in tutto e per tutto a Milano, ma senza pm10, cosa evidentemente impossibile. Fare confronti con coloro che abitano in un altro ambiente non ha senso! Va infine notato come lo studio si riferisca a dati che hanno fino a quasi 10 anni e comunque non meno di 4, dato che si riferisce al periodo 2001-2005. In effetti tutti i dati ufficiali portano a concludere che la concentrazione degli inquinanti è da molti anni in diminuzione.
Commenti |
Effettua il
Login per poter inserire un commento! |