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Biocarburanti
ALTOLÀ DALLA GRAN BRETAGNA

Articolo del: 01/04/2008


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Il primo ministro britannico Gordon Brown (nella foto) avrebbe intenzione di opporsi all'attuale politica dell'Unione Europea sui biocarburanti. Lo ha scritto il quotidiano inglese "The Guardian", secondo il quale il premier vorrebbe far propria la posizione di Robert Watson, consulente scientifico del ministero dell'Ambiente di Londra, molto critico sull'argomento.

"Utilizzare i biocarburanti quando questi, anziché ridurre i gas serra, contribuiscono ad aumentarli darebbe vita a una situazione folle", ha di recente sostenuto Watson. Il piano proposto nel gennaio 2007 dalla Commissione di Bruxelles ha stabilito che entro il 2020 i carburanti di origine vegetale dovranno coprire almeno il 10% dei consumi energetici nel settore dei trasporti. Sempre entro quella data, inoltre, le fonti rinnovabili dovranno assicurare almeno il 20% del consumo totale di energia dei Paesi membri dell'Unione Europea, nei quali si dovrà anche ottenere una riduzione del 20% delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990.

Tuttavia, per quanto riguarda i biocarburanti, il raggiungimento dell'"obiettivo 10%" appare sempre più discutibile. Jean Ziegler, relatore della Commissione speciale per l'alimentazione delle Nazioni Unite, li ha definiti lo scorso ottobre "un crimine contro l'umanità", considerando che di fatto l'espansione della loro produzione sta riducendo su scala globale la disponibilità di cibo e favorendo l'aumento dei prezzi dei generi alimentari di prima necessità. Inoltre il loro "boom" contribuisce ad aumentare la deforestazione - che sta raggiungendo livelli drammatici soprattutto in Indonesia - e, di conseguenza, le emissioni di gas serra, senza contare che diversi studi scientifici hanno dimostrato non solo che il loro uso comporta una netta perdita di energia nell'intero ciclo produttivo (occorre cioè più energia per produrli di quanto essi siano poi in grado di restituire), ma addirittura che il loro impatto sul riscaldamento globale è peggiore di quello del petrolio.

Per tutti questi motivi il dibattito sulla congruità dell'"obiettivo 10%" è aperto. "Non possiamo escludere una revisione o di una modifica dei nostri target", ha infatti dichiarato lo scorso 14 marzo a Bruxelles il primo ministro sloveno Janez Jansa, presidente di turno dell'Unione Europea, al termine del vertice di primavera dei capi di Stato e di Governo dei 27. Lo stesso presidente del Consiglio italiano Romano Prodi ha suggerito, nell'occasione, "un esame molto approfondito della situazione, in quanto uno spostamento eccessivo verso la produzione energetica è uno dei due fattori, assieme all'aumento della domanda, dell'impazzimento dei prezzi agricoli".



Commento: Finalmente qualcuno che i cosiddetti biocarburanti sono la più pura follia. La resa dell' utilizzo delle piante per ottenere energia per gli autoveicoli è infatti poco sopra lo zero, considerando che di loro le piante riescono a fissare sotto forma di materia organica in media solo l' 1% dell' energia radiante che le colpisce. Bisogna poi considerare le perdite dovute al fatto che non tutte le parti della pianta possono venire utilizzate e che sono poi necessarie numerose lavorazioni per ottenere i carburanti dalle parti realmente impiegate.

Molto meglio sarebbe allora impiantare campi di pannelli fotovoltaici, la cui resa, per quanto bassa, sarebbe comunque enormemente più alta!


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