Articolo del: 23/12/2010 Autore: Antonio Ruzzo
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Era un sogno, può diventare un incubo. Siamo tra Vermezzo e Albairate, una ventina di chilometri da Milano nel cuore del Parco Sud. La stazione ferroviaria di Cascina Bruciata, che doveva cambiare il volto alla viabilità di tutto il Nordovest milanese, è lì, incastonata tra due belle provinciali gonfie di traffico ormai a ogni ora della giornata. É lì praticamente morta prima ancora di nascere, deserta, a guardare i treni che passano e tirano dritto, ad aspettare che qualcuno si ricordi dei progetti annunciati un anno fa, il giorno dell’inaugurazione quando si scomodarono un po’ tutti dai carabinieri ai sindaci con fascia tricolore, agli assessori di Regione e Provincia, a don Claudio il parroco di Albairate che, come si fa in questi casi, andò anche a benedirla. Banchine e tettoie nuove di zecca, un parcheggio da mille posti e più, sottopassi, luci, cartelloni elettronici degli orari, un nuovo svincolo automobilistico e la pretesa di diventare il capolinea del nuovo servizio ferroviario suburbano, una sorta di metropolitana provinciale che doveva nascere dal prolungamento della Linea S9. Dovrebbe essere il collegamento di cintura, come dicono i tecnici delle Ferrovie, quello che dovrebbe collegare Lambrate a Romolo a Porta Romana e quindi Cascina Bruciata dove dovrebbe raccogliere tutti i pendolari della linea Milano-Mortara e non solo quelli. E tutti questi condizionali sono assolutamente d’obbligo. Questo era il sogno. Un bel sogno fatto da un treno ogni quarto d’ora, da un posteggio pieno zeppo delle auto dei pendolari e da un viaggio di 20 minuti per raggiungere Milano, senza code e stress. La realtà è tutt’altra cosa, non un incubo ma quasi. É la fotografia di una stazione fantasma dove in una giornata fermano solo 10 treni, dove si posteggiano pochissime auto, dove non c’è un bus che la colleghi a un paese che uno. «E dove - racconta il sindaco di Albairate Luigi Tarantola - partiranno una ventina di pendolari ogni mattina. Non di più». Ma è anche la fotografia di un assegno di circa 600 milioni staccato per costruirla da zero senza contare il costo degli espropri e che si ha la sensazione sia finito in un cestino della spazzatura visto che la stazione non sta messa benissimo. Era il 19 dicembre dello scorso anno quando Cascina Bruciata venne inaugurata, sembra un secolo. La stazione che nessuno usa si sta lentamente sgretolando. Vetri rotti nei parcheggi, sporcizia, cataste di rifiuti all’ingresso, qualche pannello che si stacca, un foro nel soffitto del corridoio e qualche neon che non vuol più saperne di far luce. E il film di uno spreco, di una stazione modello che rischia di diventare un’inutile cattedrale nel deserto. Un film che sembra avere un finale già scritto ma che in molti vogliono provare a cambiare. A cominciare da chi vive da queste parti e ogni mattina si incolonna sulla provinciale per andare al lavoro a Milano: due ore per arrivarci, per fare una ventina di chilometri. Ora che la stazione c’è vorrebbero anche i treni e protestano. Ma non sono i soli. Sono quindici i sindaci dei Comuni di questa zona che si battono: da Albairate a Cisliano, a Gaggiano, a Vermezzo a Cassinetta a Trezzano. Non ci stanno a lasciar perdere: «È un peccato - spiega Tarantola - Una grossa opportunità che rischia di perdersi soprattutto considerando che da qui potrebbero partire anche tutti i pendolari che arrivano con la nuova superstrada di Malpensa. Abbiamo chiesto interventi e abbiamo già scritto due lettere a Regione e Provincia per chiedere un piano strategico». Insomma si danno da fare. Per chiedere di far resuscitare una stazione che rischia di restare lettera morta e scatenare solo polemiche. E il Pd un paio di settimane fa ha cercato di cavalcarle quelle polemiche chiedendo ai Consigli comunali di approvare una mozione contro la Regione. Ma non ha funzionato. «La politica da questa storia deve star fuori - spiega il sindaco di Albairate - La mozione non deve essere rappresentativa di un partito ma deve coinvolgere i Comuni che il 12 gennaio si incontreranno». Nel frattempo Cascina Bruciata aspetta. Aspetta un bus, un bar, una biglietteria automatica e tanti pendolari. Insomma aspetta di fare la stazione. Sul serio.
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