Articolo del: 31/12/2010
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Milano, 30 dicembre 2010 - Dal rame allo zolfo, dal piombo all’alluminio. I cieli della notte di Capodanno si trasformano in un laboratorio di chimica. Tutta colpa dei botti, che oltre a minacciare mani e occhi di chi li fa scoppiare o vi si imbatte per caso, e a traumatizzare gli animali domestici e quelli selvatici, tra la mezzanotte del 31 dicembre e l’alba del 1 gennaio causano una vera e propria impennata dei livelli di polveri sottili. Un'atmosfera esplosiva che nasconde anche rischi per la salute di cuore, bronchi e polmoni.
A fornire il quadro della situazione sono le centraline che monitorano in tempo reale la qualità dell’aria, come ad esempio quelle di Arpa Lombardia, una rete di 151 stazioni distribuite in punti strategici su tutto il territorio regionale. "L’andamento dei valori orari di Pm10 registrato tra il 31 dicembre e il 1 gennaio - ha spiegato l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente - evidenziano ogni anno un incremento delle concentrazioni di particolato in aria durante le ore notturne, con un picco dalla mezzanotte alle primissime ore del mattino".
E ha poi confermato: "La ragione principale è individuabile nei botti di Capodanno che apportano un consistente, per quanto temporaneo, contributo alle concentrazioni di Pm10. Questo è dovuto sia al tipo di combustione, sicuramente non ottimale, sia alla composizione dei botti". Insomma, l’effetto dei botti di Capodanno sulle concentrazioni di polveri sottili ha la forma di un picco improvviso e verticale. Che corrisponde all'ora X in cui si dice addio all’anno vecchio per dare il benvenuto a quello nuovo. Perciò, seppur per qualche ora, mentre lo spumante scorre a fiumi lo smog è alle stelle.
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