| "Moratti ha fallito sullo smog il futuro è di bici, bus e metrò
Articolo del: 06/01/2011 Autore: STEFANO ROSSI
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Giuliano Pisapia, candidato sindaco per il centrosinistra, fra i tanti temi in agenda per il 2011 c’è una presenza fissa: l’inquinamento. Il 2010 è andato discretamente grazie a una piovosità sopra la media del 37 per cento. Dipendiamo, però, sempre dal meteo. «E dagli errori del centrodestra. Le poche cose fatte dal sindaco sull’inquinamento sono state contrastate dalla sua stessa maggioranza. Penso soprattutto all’Ecopass. Quando non si sa cosa fare, diceva De Gasperi, si istituisce una commissione. È quanto è accaduto sull’Ecopass, per di più tenendo nascosti i risultati del suo lavoro. Invece i cittadini vanno ascoltati: per questo i cinque referendum sull’ambiente vanno convocati al più presto, superando il boicottaggio del centrodestra».
Di quali scelte parla? «L’Ecopass deve diventare una vera congestion charge, nella quale pagano tutti, in modo da limitare il traffico privato. Ma va rafforzato il servizio pubblico. Bisogna controllare Atm su frequenza e regolarità delle corse, ci vogliono più mezzi di notte e nel weekend. E penso a corsie ciclabili, più che a piste ciclabili».
Qual è la differenza? «Le corsie ciclabili sono parti di marciapiede riservate alle bici, in senso opposto alle auto. All’epoca di Albertini il consiglio comunale approvò all’unanimità una mozione che individuava 80 marciapiedi adatti. Ad esempio in corso Buenos Aires».
Che però ha un forte traffico di pedoni. «È un sistema che in molte città, come Parigi e Copenhagen, funziona. Il punto è rendere più facile e meno rischioso l’utilizzo di mezzi alternativi all’auto: bici, motorini e mezzi pubblici, per i quali vanno aumentate le corsie riservate. Si risparmiano tempo, soldi e stress».
Programmi ambiziosi. «Basta un mandato per rendere il traffico più ecosostenibile. Non sono state fatte nemmeno le piccole cose: ad esempio, un biglietto giornaliero per i giovani valido su tutta la rete di trasporto pubblico incluso il bike sharing, a sua volta è da ampliare».
Ora dirà che l’integrazione tariffaria con il bike sharing in Europa esiste già. «Da vent’anni. Le idee ci sono, ma occorre ascoltare. Il rettore del Politecnico propone di trasformare Città Studi in un campus pedonalizzato. Sono d’accordo, purché si ragioni di più isole in un programma di interventi coordinati. Lo esige anche la limitatezza delle risorse disponibili».
Su traffico e inquinamento incide anche l’urbanistica. Cosa dice del Pgt? «Spero che oltre 4.000 osservazioni lo migliorino. Va modificato profondamente: così com’è non è al servizio della città ma degli immobiliaristi. Basta con il consumo di suolo, ricostruiamo dove si è già edificato difendendo verde e aree agricole. Vanno ristrutturate 5.000 case popolari inutilizzate che oggi per il Comune sono solo una spesa, da assegnare a giovani coppie, studenti fuori sede, ceto medio in crisi. L’housing sociale ipotizzato dalla Moratti riduce gli affitti solo del 5 per cento, invece ci vuole un calmiere reale».
Anche perché la crisi continua. «Il welfare metropolitano ci sarebbe già se la Moratti non bloccasse la fondazione che dispone di milioni di euro. Il Comune potrebbe mediare in molte situazioni, ad esempio chiarendo che la destinazione d’uso per l’industria non cambia quando un imprenditore smantella una fabbrica perché gli conviene di più lo sfruttamento immobiliare. E potrebbe garantire forme di microcredito per l’imprenditoria giovanile, mettendo a disposizione migliaia di locali degradati e chiusi da affittare a basso costo alle aziende nascenti di italiani e stranieri».
Anche stranieri? «Gli immigrati imprenditori creano ricchezza e occupazione. Le ordinanze nei quartieri spengono le luci ma non risolvono problemi di cui in vent’anni il centrodestra non è mai venuto a capo. Le pattuglie con i lampeggianti sono l’ultima trovata elettorale, perché servono solo a mettere in allarme i delinquenti. Né vorrei trasformare i vigili in Rambo, come la Moratti».
L’Expo? «Dev’essere una manifestazione diffusa, che oltre al sito espositivo si serva di altre strutture: gli hangar di viale Sarca, i capannoni ex Ansaldo, il velodromo Vigorelli, la fondazione Pomodoro, il Museo della scienza e della tecnologia. Come Torino con l’Olimpiade invernale, Milano deve diventare più bella grazie all’Expo e tornare ad essere un punto di riferimento internazionale».
Il suo programma pare definito ma come va con i partiti? Si farà la lista civica unitaria? «Per la redazione del programma, oltre agli undici tavoli tematici che partiranno dalla prossima settimana, si sono proposte già oltre 300 persone. Il 15 febbraio lo presenteremo. La coalizione si è allargata all’Idv, ma per la lista civica dovremo aspettare che ci sia più chiarezza sul progetto di terzo polo».
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