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Saltati 384 treni in un mese
In ritardo un convoglio su quattro
Il dicembre «nero» delle ferrovie. E adesso arrivano i rincari «Ma anche gli abbonamenti agevolati»

Articolo del: 10/01/2011
Autore: Laura Guardini

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MILANO - No, così non va. Non è possibile aumentare le tariffe di treni e autobus (come disposto dalla delibera del Pirellone del 29 dicembre) mentre «i dati sullo scadimento del servizio non lasciano speranze sulle prospettive del trasporto pubblico in Lombardia. Siamo lontanissimi dalle prestazioni dei servizi delle altre aree metropolitane europee». Alla vigilia del grande rientro di oggi dopo la pausa natalizia, è Legambiente a rilanciare la protesta (benché non siano mancate, anche durante queste due settimane, le email di pendolari arrabbiati): «In Lombardia in questo momento si costruiscono solo autostrade, non certo per il bene dei cittadini, ma per la felicità di concessionari autostradali e banche finanziatrici» dice Dario Balotta, ed elenca i dati relativi al ramo Trenitalia della società Tln che gestisce le 2000 corse giornaliere del servizio ferroviario regionale.

In dicembre i treni soppressi sono stati 384 (una media giornaliera di 12,8), 94 (oltre tre al giorno) sos da convogli rimasti in panne, mentre l'indice di puntualità ai 5 minuti è sceso al 75% dall'88% «pattuito nel contratto di servizio»: «Con un treno su quattro in ritardo gli aumenti tariffari che entreranno in vigore dal prossimo 1° febbraio sono inaccettabili» dice Legambiente. Aggiunge il presidente lombardo Damiano Di Simine: «L'assessore Cattaneo afferma di voler aumentare il numero di viaggiatori del Tpl. Siamo d'accordo con lui. Vorremmo che da qui al 2020 il numero di pendolari che scelgono il trasporto pubblico raddoppiasse. Questo risultato, però, non si ottiene a colpi di aumenti tariffari e di tagli, ma aumentando accessibilità, affidabilità e comfort del servizio e introducendo elementi di concorrenza nel settore, troppo garantito e monopolista».

Da Concepción, la città cilena dove si trova in questi giorni, l'assessore Raffaele Cattaneo replica, ma non accetta la polemica: «Abbiamo già preso atto di come sono andate le cose a dicembre: non bene, abbiamo detto. E per questo abbiamo disposto il bonus straordinario, lo sconto del 10%, a mo' di penitenza. Gli aumenti decisi per l'inizio di febbraio riguardano un'altra storia: i tagli disposti dal governo al trasporto locale, tagli sui quali abbiamo condotto una lunga trattativa che si è conclusa con una forte riduzione di quei tagli stessi. Le due cose non vanno confuse. E poi ricordiamo che, contestualmente ai rincari, partiranno anche l'integrazione tariffaria e i nuovi abbonamenti agevolati».

Stamane, comunque, tornano in treno tutti i viaggiatori lombardi: secondo Tln sfiorano ormai la soglia dei 650 mila al giorno. Sfidano rincari, sporcizia, porte che non chiudono, toilette impraticabili, ritardi e aspettano con pazienza tempi migliori: se un giorno, a due a due, salissero in auto, formerebbero un serpentone di 1300 chilometri.

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