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Dal 31 gennaio centro vietato a chi paga l'ecopass e caldaie abbassate a 19 gradi
Smog, misure d'emergenza
Blocco traffico e case più fredde
Se il Pm10 non scende, da martedì divieto di circolazione ai mezzi più inquinanti e il 30 domenica a piedi

Articolo del: 22/01/2011


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MILANO - Davanti all'emergenza smog il Comune di Milano torna a giocare la carta del blocco domenicale della circolazione e delle limitazioni al traffico anche nei giorni feriali. Le misure saranno rese progressivamente più severe se i livelli di inquinamento continuano a salire. Il sindaco Letizia Moratti ha predisposto un'ordinanza secondo la quale, se si arriverà al dodicesimo giorno consecutivo di superamento del limite consentivo di polveri sottili nell'aria di Milano (50 microgrammi al metrocubo) farà scattare da subito in tutta la città i divieti alla circolazione per i mezzi più inquinanti e il blocco per tutti la domenica successiva. Il nuovo piano, discusso venerdì in giunta e che sarà firmato lunedì dal sindaco Letizia Moratti, è destinato a diventare una sorta di nuovo regolamento da adottare anche in futuro nei casi di allarme per l'inquinamento.

DA MARTEDI' 25 - Venerdì è stato il nono giorno consecutivo di superamento, quindi se il Pm10 rimarrà oltre la soglia questa prima fase scatterà già da martedì 25 gennaio. Nel caso che la serie di giornate con il bollino rosso per lo smog arrivi a quota 18, quindi lunedì 31 gennaio, il traffico in centro sarà vietato a tutti i veicoli normalmente sottoposti al pagamento dell'Ecopass.

CALDAIE A 19 GRADI - Sempre in caso di superamento dei 18 giorni, sarà inoltre introdotto l'obbligo di abbassare a 19 gradi la temperatura delle abitazioni, per un massimo di 13 ore giornaliere di funzionamento delle caldaie. Queste misure emergenziali rimarranno in vigore finché i livelli di Pm10 non rientreranno nei livelli di guardia per tre giorni consecutivi.

LA FASE UNO - Il vicesindaco Riccardo De Corato commenta: «Abbiamo fissato un sistema che diventerà un codice di comportamento per i milanesi, con un impianto di regole e interventi in caso di allarme che i cittadini dovranno imparare a conoscere». Nello specifico, il piano si articola in due fasi di allarme: la prima scatta dopo il dodicesimo giorno consecutivo di superamento delle soglie di polveri sottili nell'aria, la seconda al diciottesimo e introduce misure che restano in vigore finché l'inquinamento non rientra sotto i livelli di guardia per tre giorni di fila. Al dodicesimo giorno di seguito con concentrazioni di Pm10 superiori ai 50 microgrammi per metro cubo il Comune proclama il blocco totale del traffico per la domenica successiva e impone il divieto immediato alla circolazione su tutte le strade della città per le auto a benzina Euro 0, per i diesel Euro 0, Euro 1 e Euro e per i ciclomotori benzina Euro 0 e diesel Euro 0 e Euro 1. Inoltre i furgoni per il carico e scarico merci e gli autobus al capolinea sono tenuti durante la sosta allo spegnimento dei motori. In questa fase scatta anche il divieto all'uso di fuochi d'artificio, petardi e fumogeni, all'accensione di falò e alla combustione dei rifiuti.

LA FASE DUE - Dopo il diciottesimo giorno consecutivo di inquinamento oltre le soglie europee, i limiti alla circolazione si fanno più stringenti, con il divieto all'accesso nell'area Ecopass per tutti i veicoli normalmente sottoposti al pedaggio antismog. Inoltre scatta l'obbligo di abbassare la temperatura nelle abitazioni a 19 gradi (un grado in meno del previsto) e di ridurre il funzionamento delle caldaie da 14 a 13 ore al giorno. L'ordinanza che il sindaco di Milano Letizia Moratti si appresta a firmare prevede un capitolo dedicato alle deroghe, sia per alcune tipologie di veicoli sia per alcuni edifici, come scuole e ospedali.

L'AREA METROPOLITANA - Dopo aver varato il piano per l'emergenza smog a Milano, il sindaco Letizia Moratti ha annunciato che chiederà al presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni l'apertura di un tavolo per studiare misure di intervento contro l'inquinamento estese almeno a tutta l'area metropolitana. «Il mio obiettivo - ha comunicato Letizia Moratti, a margine di una conferenza stampa - è quello di parlare con il presidente Formigoni perché sarebbe positivo avere misure che vanno oltre la città di Milano, visto che non è solo il traffico a generare inquinamento, ma ci sono altre fonti come le industrie che non sono localizzate nella città e l'agricoltura. Per questo motivo abbiamo ritenuto di chiedere a Formigoni un tavolo per poter approfondire eventuali altre misure che il presidente riterrà opportune».

Commento: Davanti a problemi che sono frutto di insufficienze strutturali il Comune persevera a riproporre misure che già in passato hanno dimostrato la loro inutilità. Misure che in cmpenso comportano gravi disagi.
Ai politici serve far vedere che fanno qualcosa. Per questo, secondo loro, è meglio agitarsi per nulla, che studiare veramente il problema.
Per quanto riguarda il traffico, come già qui spiegato mille volte, esso andrebbe snellito, non ostacolato. Ogni strada che viene ristretta corrisponde ad una nuova coda di auto che emettono gas di scarico non necessari.
Per quanto riguarda il riscaldamento, sarebbe interessante andare a vedere le temperature negli edifici pubblici. Chissà perchè fa sempre troppo caldo! Sarà perchè pagano i cittadini?
Per una volta, poi, concordiamo con Legambiente (o meglio è lei che concorda con noi, dato che sta cosa l' avevamo detta già anni fa), che stigmatizza come tenere le porte aperte dei negozi per attirare i clienti con l' aria calda che esce sia un enorme assurdo spreco (Foto/ Legambiente: basta
con i negozianti spreconi
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