Articolo del: 27/01/2011 Autore: UGO SAVOIA
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Da almeno venticinque anni il principale problema di Milano durante il periodo invernale è rappresentato dalle concentrazioni di smog. Da almeno venticinque anni si inseguono soluzioni estemporanee, non strutturali, in concomitanza con i picchi registrati tra la metà e la fine di gennaio, quando fa più freddo. È quindi da un quarto di secolo che le varie amministrazioni succedutesi a Palazzo Marino, sapendo che cosa le aspetta, quando arriva questa stagione cercano di organizzarsi dando un colpo al cerchio della pubblica salute e uno alla botte delle esigenze di mobilità di una città complicata, concentratissima in pochi chilometri quadrati, naturalmente sempre con un occhio di riguardo al consenso. Abbiamo provato blocchi del traffico con effetti immediati, stop ai veicoli più inquinanti per lunghi tratti della giornata, domeniche a piedi, targhe alterne, centro chiuso, Ecopass.
Tutto inutile, come ci ha dimostrato la paradossale giornata vissuta ieri dalla città, un mercoledì da studiare per lo straordinario sovrapporsi di eventi che hanno avuto come risultato il poco lusinghiero sforamento di tutti i livelli di concentrazioni di polveri sottili. Abbiamo messo insieme lo stop dalla mezzanotte tra lunedì e martedì dei veicoli più vecchi e più inquinanti, provvedimento ormai inutile visto che il parco complessivo di quei mezzi si è via via ridotto con il passare degli anni, quindi il loro fermo non ha in pratica effetti benefici sull'aria; poi è stata la volta dello sciopero di Cub e Cobas dell'Atm che ha bloccato prima una, poi due linee del metrò e il 30 per cento circa dei mezzi pubblici di superficie e che ha avuto come prevedibile conseguenza un aumento del traffico privato; infine la liberalizzazione di Ecopass, che scatta sempre in presenza di uno sciopero dei mezzi, ha dato il colpo finale alla concentrazione di auto nel centro della città.
Risultato, come dicevamo, smog alle stelle in uno dei giorni di «osservazione» prima del blocco previsto per domenica. A proposito del quale siamo ancora in attesa che qualcuno ci spieghi a che cosa serve, se non a fingere di trovare soluzioni. In un Nord del Paese quasi tutto alle prese con le medesime concentrazioni di veleni, solo pochi capoluoghi domenica fermeranno il traffico privato: Milano, ad esempio, sembra che sarà l'unica città della provincia a chiudere. Il suo «sacrificio» sarà quindi del tutto inutile. Pensiamo che sia arrivato il momento in cui chiedere alla politica di smettere di fingere: se ci sono provvedimenti seri da prendere, gli amministratori se ne facciano carico anche sfidando l'impopolarità. Altrimenti, se la salute non rientra nelle priorità, ci sia almeno il coraggio di ammetterlo senza ricorrere a giochini inutili come una singola chiusura domenicale.
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