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A gennaio le micropolveri hanno sballato il limite di legge di 50 mg in 26 giorni su 29
Smog in aumento durante il blocco
«Ma il prossimo stop sarà flessibile»
Proteste per i divieti. La Moratti: il clima non ci aiuta, pronti a un'altra domenica a piedi

Articolo del: 01/02/2011
Autore: Gianna Santucci

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MILANO - L'inquinamento non ha concesso una tregua neppure nella domenica senz'auto e ha segnato il diciannovesimo giorno consecutivo di Pm10 fuorilegge. L'emergenza non passa: monta. Milano s'avvia verso un secondo blocco, il 6 febbraio, ma più «flessibile» e morbido del primo: «Si possono stabilire orari diversi, possono essere date delle deroghe», precisa Letizia Moratti. Tradotto: l'ordinanza è fondata su valori di soglia e provvedimenti automatici, ma può essere corretta e migliorata. Intanto, ieri è scattata la seconda fase del piano Aria pulita: Cerchia dei Bastioni vietata ai mezzi più inquinanti tra le 7.30 e le 19.30. L'effetto: ingorghi ai varchi, nessuna multa, una coda di polemiche. L'opposizione: «La Moratti pensa alle elezioni e fa marcia indietro».
Il gennaio nero di Milano è un calendario di allarmi rossi: le micropolveri hanno sballato il limite di legge di 50 microgrammi in 26 giorni su 29 (l'Ue ne «concede» 35 l'anno); l'Arpa, domenica, ha misurato 62 al Verziere e 66 in via Senato, valori in leggero rialzo anche rispetto al sabato di traffico e shopping. È il meteo, dicono gli esperti, il nemico di stagione: freddo, alta pressione, niente vento. «Non siamo aiutati dal tempo - osserva la Moratti - e comunque in confronto a qualche anno fa i valori sono nettamente migliorati».

L'ordinanza antismog è incardinata su due livelli d'urgenza. Le misure della prima fase partono al dodicesimo giorno consecutivo di veleni fuorilegge, la «fase 2» sopraggiunge al diciottesimo. Da ieri, e fino a quando l'inquinamento non rientrerà sotto la soglia per tre giorni di fila, i divieti restano tutti in campo: dal blocco di 24 ore per i veicoli benzina Euro 0 e diesel Euro 1 e 2, all'abbassamento della temperature delle caldaie (da 20 a 19 gradi), al divieto d'ingresso in area Ecopass esteso a tutte le vetture sottoposte al pedaggio. Da ieri Bastioni off limits per i veicoli benzina Euro 0 e 1 e i diesel fino alla categoria Euro 4 senza Fap. Chi ha la deroga, aggira il blocco, deve pagare il ticket.

Il Comune ha schierato 74 pattuglie della polizia locale, ieri, a vigilare sui varchi Ecopass: gli agenti hanno spiegato le regole agli automobilisti, rimbalzato i veicoli fuori norma, suggerito percorsi alternativi. Multe: zero. Ma la «tolleranza» ha la scadenza: «Quando l'ordinanza sarà più chiara», domani, staccheremo i primi verbali», annuncia il vicesindaco Riccardo De Corato. L'area Ecopass, ieri, era più libera del solito: l'assedio delle auto si è fermato a un metro dal divieto e ha congestionato la Cerchia della 90/91. Il Codacons: «Troppa confusione, meglio il blocco totale». Il presidente della Provincia, Guido Podestà, ammette: «La situazione è complicata, chi paga l'Ecopass si trova oggi nelle condizioni di non poter più arrivare a casa...». Un giudizio sulla strategia antismog di Milano, governatore Roberto Formigoni? «A fronte delle misure strutturali messe in atto dalla Regione, ben vengano iniziative specifiche dei singoli Comuni».

Il problema, per i commercianti, è «uscirne vivi». I divieti al traffico merci stanno fermando il 45% dei furgoni nel centro e scatenando le proteste di fornitori e negozianti: «Servono deroghe e finestre orarie d'ingresso - insiste Simonpaolo Buongiardino, Unione del commercio -. Gli esercenti non possono stare senza prodotti, siamo vicini alla crisi». Si schiera con gli artigiani il consigliere pdci Francesco Rizzati: «Il dispositivo sul carico e scarico mette a rischio mille posti di lavoro». Il segretario Pd, Roberto Cornelli: «Le misure inefficaci del Comune creano solo confusione e problemi ai cittadini».

Commento: Il Comune persevera con misure che sono palesemente inutili e che creano solo gravi disagi ai cittadini, in particolare quelli che lavorano. Invece di continuare su questa strada, dovrebbe rinunciare a tali inutili misure e concentrarsi sulle vere cause dell' inquinamento, ovvero i riscaldamenti, che proprio negli edifici pubblici vengono spesso tenuti troppo alti.


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