| La città continua a soffocare Pm10 tre volte oltre il limite
Il Codacons ha fatto causa alla Regione Lombardia contro l’installazione di filtri antiparticolato sulle auto diesel. Immediata la replica dell'assessore regionale all’Ambiente, Energia e Reti Marcello Raimondi
Articolo del: 15/02/2011
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Milano, 14 febbraio 2011 - Nulla di buono sul fronte inquinamento. Nonostante la pioggia di ieri, i valori del Pm10 non sono scesi. Anzi. Alla rilevazione di domenica mezzogiorno le centraline segnavano paradossalmente una concentrazione superiore a quella rilevata nella domenica di blocco (quasi il triplo rispetto ai valori di legge). Le previsioni dell'Arpa segnalano che anche per tutto lunedì la situazione non cambierà significativamente.
Milano sfora il limite di 50 microgrammi per metro cubo di polveri sottili, imposto dall’Ue, per il 32esimo giorno di fila, il 40esimo dall’inizio dell’anno. La centralina Arpa in via Senato ha segnato 153 microgrammi per metro cubo, 137 al Verziere. Anche in provincia la situazione non è migliore: 122 microgrammi per metro cubo a Limito di Pioltello e 77 ad Arese.
CODACONS - Il Codacons ha fatto causa alla Regione Lombardia, ex articolo 140 del Codice del Consumo, contro l’installazione di filtri antiparticolato sulle auto diesel. Stamattina al Tribunale di Milano, sezione I, dinanzi al giudice Laura Massari si è tenuta l’udienza di discussione sulle memorie presentate da Codacons e Regione Lombardia. Il giudice, a seguito della discussione, si è riservato.
Per l’associazione di consumatori "questi filtri sono più dannosi che benefici per la salute". E spiega: "degradano le PM10, ma questo non vuol dire che le polveri scompaiano. Il dispositivo è dotato di una sostanza (l’ossido di cerio) che fa sì che le polveri PM10 si agglomerino e assumano dimensioni tali da essere catturate dal filtro". Ogni 300-400 chilometri il dispositivo, allerta il Codacons, "deve essere ripulito a pena di restare intasato e il processo avviene a una temperatura tale da sminuzzare le polveri, riducendole a dimensioni molto sottili. Queste polveri poi vengono espulse dal tubo di scappamento e liberate in atmosfera. Dunque, il dispositivo non distrugge nulla: solamente trasforma la polvere da grossolana a più fine rendendola però più aggressiva per la salute, come oramai testimoniato da un’amplissima letteratura scientifica".
LA REPLICA - L’assessore regionale all’Ambiente, Energia e Reti Marcello Raimondi ha replicato al Codacons: "I filtri antiparticolato non sminuzzano le polveri, le accumulano e ciclicamente le bruciano, rendendole innocue, completando così il percorso di corretta combustione del gasolio. Chi sostiene il contrario evidentemente sbaglia, dimostrando di non aver capito niente del loro funzionamento". "Chi non è d’accordo - ha aggiunto Raimondi - si rivolga alla Commissione Europea e ai principali Istituti per i combustibili, che saranno ben contenti di spiegare l’utilità di questi sistemi". "Regione Lombardia - ha spiegato ancora Raimondi - sostiene lo sviluppo e l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, in tutti i settori, anche nel campo della mobilità. L’Europa e tutti i Paesi sviluppati del mondo, a partire dal Giappone e dalla Svizzera, hanno introdotto l’uso dei filtri antiparticolato".
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