| L'inchiesta - non è escluso il coinvolgimento di altri agenti Multe cancellate per soldi, tre vigili indagati per corruzione, abuso e truffa Perquisiti uffici e abitazioni: contravvenzioni cancellate dai computer, a volte con un finto pass per invalidi
Articolo del: 16/02/2011 Autore: Biagio Marsiglia
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MILANO - L'amico giusto al posto giusto. E la contravvenzione, per un divieto di sosta o per chissà quale altra violazione, si perde tra i computer del sistema informatizzato della Polizia municipale - quello delle procedure sanzionatorie - tanto che dove dovrebbe arrivare, magari in Prefettura per la decisione finale sul ricorso presentato, la multa in realtà non arriverà mai. Svanita nel nulla, polverizzata. Praticamente cancellata. È anche per questo che ieri mattina tre vigili urbani di Milano, due agenti e un commissario aggiunto, sono stati buttati giù dal letto all'alba e si sono visti recapitare avvisi di garanzia per reati che variano dalla corruzione all'abuso d'ufficio, dalla truffa al falso ideologico.
«Siamo colleghi...», si sono subito presentati gli inquirenti scelti dalla sezione dei vigili urbani che lavora alla procura della Repubblica. E in un attimo è iniziata una lunga perquisizione nello loro abitazioni, nei loro uffici - in via Friuli 30 e in piazza XXV Aprile numero 6 - e anche nelle case di alcune persone a loro vicine. Alla fine sono stati sequestrati computer, qualche cd e qualche agenda, chiavette usb e, almeno in un caso, anche soldi in contanti per quattromila euro. Scatoloni di materiale che nelle prossime ore dovrà essere analizzato con attenzione e valutato alla luce degli elementi che l'accusa, coordinata dal sostituto procuratore Grazia Colacicco, ha raccolto in mesi di indagini seguite da vicino anche da Tullio Mastrangelo, il comandante della polizia municipale di Milano.
Nei guai sono finiti l'agente Damiano Borchielli, 50 anni, in servizio all'Ufficio Cosap (ufficio concessioni suolo aree pubbliche) di piazza XXV Aprile; Giulio Bergamasco, 42 anni, in servizio al Settore procedure sanzionatorie, ufficio esposti e ricorsi del Comune di Milano, in via Friuli; e Danilo Lorini, 62 anni, commissario aggiunto in forza sempre in via Friuli. Quest'ultimo è indagato in concorso per abuso d'ufficio perché avrebbe evitato a un amico del collega Borchielli il pagamento di un verbale di oltre 4mila euro rimediato per avere esposto abusivamente una pubblicità non autorizzata dal Comune. Per gli altri due vigili, invece, il quadro è più intricato. Dietro compenso di denaro - l'accusa ritiene il 30% del valore del verbale che i privati avrebbero dovuto pagare alle casse di Milano - avrebbero inserito fuori termine nel sistema informatico dei vigili decine e decine di ricorsi degli amici che poi si sarebbero in qualche modo smarriti nel dedalo dell'iter burocratico fino ad evaporare completamente.
Un altro trucco per salvare l'amico dal pagamento del divieto si sosta? Inserire nella pratica, curata personalmente dagli indagati, un finto pass per invalidi e una finta dichiarazione (firmata però col nome di un invalido vero) che certificasse un accompagnamento in un determinato luogo, quello della contravvenzione. Ma l'inchiesta potrebbe essere solo a una prima fase e non si può escludere possa coinvolgere altre divise. Di certo, nel registro degli indagati risultano già coloro che per farsi annullare le multe hanno aperto i cordoni della borsa.
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