| Il centrodestra: consultazione il 12 giugno. Il centrosinistra: si voti con le amministrative «Ecopass, si decide dopo il referendum» Pdl e Lega: rispetteremo le opinioni dei cittadini. I saggi: pagare meno ma pagare tutti
Articolo del: 16/03/2011 Autore: Maurizio Giannattasio
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MILANO - I saggi si sono pronunciati sul futuro di Ecopass: pagare meno, ma pagare tutti. Ma il centrodestra «riscopre» la sua anima ambientalista e decide di rimandare qualsiasi decisione sul futuro della pollution charge a dopo i referendum sull'ambiente. Soprattutto se, come ormai sembra, si terranno dopo le amministrative di metà maggio. Vertice di un paio d'ore a casa di Letizia Moratti. I cinque saggi chiamati a studiare il futuro del ticket antismog illustrano la loro relazione ai vertici del centrodestra. Per il Pdl ci sono Ignazio La Russa, Mario Mantovani, Luigi Casero e il vicesindaco Riccardo De Corato. Per la Lega, Matteo Salvini e Igor Iezzi. La conclusione è perentoria: estendere il pagamento del pedaggio a tutti i veicoli, esclusi quelli a gas, metano, elettrici e ibridi, mantenendo il divieto d'ingresso per i mezzi più inquinanti, oltre a una rimodulazione delle tariffe verso il basso (le fasce di prezzo potrebbero variare tra i 2 e i 3-4 euro, pagheranno meno le auto e più i furgoni commerciali). La filosofia è: il pedaggio deve restare un «deterrente», ma secondo un principio di «maggiore equità sociale».
I «complimenti» ai tecnici si sono sprecati, ma ogni decisione è stata rimandata a dopo i referendum e la parola «Ecopass» non comparirà nel programma del sindaco. Lo dice Letizia Moratti: «Proseguiremo con tutte le misure necessarie per eliminare le auto inquinanti e alleggerire il traffico. Naturalmente, terremo conto dei referendum». Lo dice in maniera ancor più esplicita Ignazio La Russa: «Anche se mi sembrano buone le conclusioni dei saggi non bisogna fare subito una scelta. Perché c'è un referendum, una valutazione politica da fare». Lo sottolinea il vicesindaco De Corato: «Non faremo scelte precise finché non si pronunceranno i milanesi». Ma è forse il leghista Salvini a raccontare quale sia la volontà politica (almeno della Lega) dietro lo slittamento delle decisioni a dopo il referendum: «Non ci sarà un'estensione della Cerchia e un aumento delle tariffe. Noi sosteniamo la linea referendaria, ma siamo contrari all'introduzione di nuove gabelle».
Resta il nodo della data referendaria. Il centrodestra spinge per il 12 giugno, accorpando i cinque quesiti milanesi ai referendum nazionali. Giuliano Pisapia e i parlamentari Pd Emanuele Fiano e Marilena Adamo hanno presentato ieri una proposta di legge per accorpare i referendum alle amministrative di maggio. La Moratti, da parte sua, si riserva di parlare con il comitato promotore prima di prendere una decisione: «L'accorpamento con il referendum nazionale ci farebbe risparmiare 3 milioni di euro, quindi sarebbe logico. Ma lo voglio decidere con la maggioranza, perché ci deve essere una modifica al regolamento comunale, e con il comitato referendario». Replica, dal comitato, Enrico Fedrighini: «Una coalizione che si prepara a governare la città e non sappia cosa dire dopo una sperimentazione di tre anni, con una relazione tenuta secretata dal 17 dicembre, lascia esterrefatti». La sintesi del dossier presentata ieri parte dall'analisi dei risultati raggiunti dal ticket: il traffico è calato del 12,9 per cento, sono scese le polveri sottili, ma il sistema ha esaurito la sua forza, l'80 per cento delle vetture non paga e «il progressivo incremento degli ingressi tende a ripristinare la situazione pre Ecopass». In sintesi: senza una «stretta», si torna ai livelli di congestione e smog del 2007.
Le targhe alterne sono «inutili» e «bocciata» è la chiusura della Cerchia dei Navigli. La strada indicata dai tecnici stima un'ulteriore riduzione del traffico (27 per cento) e del Pm10 (meno 9). L'estensione dell'area Ecopass alla circonvallazione della 90/91, «soluzione ancora più efficace», dev'essere necessariamente rinviata: «L'offerta di trasporto pubblico è insufficiente», non ci sono i presupposti, se ne riparlerà nella Milano dei cinque metrò (nel 2015, forse). Quanto al superEcopass, va comunque inquadrato in una politica ambientale più ampia: i saggi insistono sul raddoppio delle isole pedonali (da 362 a 786 mila metri quadri) e chiedono investimenti su corsie riservate Atm, piste ciclabili, bike e car sharing, sosta regolamentata e lotta alle doppie file.
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