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I residenti: penalizzati dai disagi e i prezzi sono raddoppiati
Parcheggi, 20 anni di ritardi in Città Studi
Documenti falsi, imprese fallite, danni alle case: lo scandalo dei cantieri sempre aperti

Articolo del: 05/04/2011
Autore: Gianni Santucci Armando Stella

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MILANO - Due inchieste della Procura (domani arriverà la decisione su un rinvio a giudizio). Una causa civile milionaria (i palazzi intorno al «buco» sono da anni solcati dalle crepe). E poi «scambi» di lavori tra varie aziende per crisi finanziarie, fallimenti, ricorsi. Succede tutto lì, tra largo Rio de Janeiro e via Bazzini, dietro piazza Piola. Appena un chilometro quadrato, la zona di Milano più ristretta e allo stesso tempo più tartassata dalla costruzione di cinque parcheggi sotterranei. Qui ci sono oltre mille cittadini che hanno già versato anticipi per acquistare un box. E ora protestano. Come protestano gli altri cittadini, quelli che quei cantieri «distruttivi» sotto alcune tra le più belle piazze della zona non li volevano. A guardarli nell'insieme, i cantieri, il risultato è questo: tre progetti hanno accumulato un totale di oltre vent'anni di ritardi; due (quelli su cui indaga la Procura) non si può neppure stimare se e quando si faranno. Una relazione interna del Comune traccia oggi una dettagliata fotografia del «disastro parcheggi» in Città Studi.

La relazione. Il documento è datato 21 marzo 2011 e proviene direttamente dalla Direzione specialistica parcheggi di Palazzo Marino. Lo ha richiesto il Consiglio di Zona 3, che l'ha ricevuta a ridosso dello scioglimento. L'obiettivo era di convocare un consiglio straordinario aperto ai cittadini, che di fatto non si farà più. «Da questa risposta - spiega Matteo Certani, consigliere di Futuro e libertà - si evince chiaramente la situazione critica che hanno vissuto e che stanno vivendo molti quartieri. Sembra che occorrerà aspettare, purtroppo, ancora molto tempo e i disagi sono destinati a gravare su tutti i cittadini, sia quelli a favore dei box, sia quelli contrari».

I danni e i ritardi. I lavori in via Ampère sono fermi da oltre cinque anni, un'impresa esecutrice è fallita, ma il disastro lo ha provocato all'inizio: i «tiranti» del cantiere hanno agganciato e fratturato i muri del condominio al numero 9, sono partite denunce e richieste di risarcimento danni. La giunta, il 4 febbraio, ha approvato una variante al progetto - quattro piani anziché cinque, meno box ma più cari - e tuttavia resta ancora impossibile indicare una data di consegna: il Comune sta aspettando dal concessionario «i necessari documenti» per la firma della convenzione. Altrove, negli autosilo di via Bazzini e piazza Novelli, la data di «fine lavori» c'è, ma aggiornata sui guasti del passato: primavera 2012 e primo semestre 2013. Con cinque anni di ritardo.

Le indagini. Sono due «procedimenti penali» a bloccare dal novembre 2008 i cantieri di piazza Bernini e largo Rio de Janeiro. Dietro alle autorizzazioni, secondo la Procura, ci sarebbero «strani» passaggi burocratici e anomalie nell'iter di approvazione: in entrambi i casi il concessionario dei box ha presentato in Comune un nuovo progetto definitivo. È un passo, ma non basta. Il Comune e le imprese devono ancora «risolvere le problematiche» sul vincolo culturale che tutela le piazze prima di consentire la riapertura dei cantieri. Quanto ci vorrà a finire i box, oggi, è inutile chiederlo: «Solo dopo il rilascio della nuova autorizzazione paesaggistica» sarà possibile «definire una tempistica per la ripresa e il completamento dei lavori». Tribunale permettendo.

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