| Dopo i ritardi nella realizzazione e l'aumento del prezzo, nuovo stop al piano parcheggi Pronti ma invendibili: la beffa dei box Bloccati i rogiti di mille posti auto Protestano gli acquirenti: noi abbiamo pagato. Pronte le azioni legali contro i costruttori
Articolo del: 10/05/2011 Autore: Gianni Santucci Armando Stella
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MILANO - Sono i box «fantasma». Contengono oltre un migliaio di posti auto. Parcheggi costruiti (in ritardo) e pagati (anche il 50 per cento in più del prezzo stabilito), ma che ancora non hanno un proprietario. I milanesi che li hanno comprati, fidandosi del logo del Comune stampato sui volantini d'offerta, non possono presentarsi davanti al notaio per firmare il rogito. Come è possibile? Cause diverse: abusi edilizi da sanare; contenziosi sul prezzo; intoppi burocratici. Accade in piazza Novelli (Città Studi), in via Lucerna (zona Inganni), via Sammartini (stazione Centrale), piazzale Accursio.
In Novelli si trascina da anni una delle situazioni più critiche del piano parcheggi (oltre 200 cantieri, quattro grandi gruppi che si sono aggiudicati «a costo zero» la maggior parte delle aree pubbliche). Uno dei big per la costruzione dei box era la Quadrio Curzio, che ha poi ceduto il ramo d'azienda alla Salini-Locatelli, oggi Salini. In piazza Novelli succede questo: il Comune firma il permesso di costruire a marzo 2006. Termine previsto per i lavori, settembre 2008. Tra la gara e l'apertura del cantiere, l'azienda presenta un progetto con il doppio dei box (passati da 250 a 470), da realizzare in due lotti. In piazza Novelli passa l'elettrodotto (un'«autostrada» dell'energia): il Comune lo sapeva, ma ha poi accreditato l'idea che fosse una scoperta «imprevista». Il primo lotto di box è stato completato (con quasi tre anni di ritardo), ma fino alla realizzazione della seconda parte, visto che la convenzione è unica, non si può andare dal notaio per il rogito. Gli acquirenti si sono rivolti all'avvocato Elisabetta Bellotti (candidata per la Lega anche al consiglio di Zona 1 e 3), minacciano azioni legali, anche perché si possono prevedere prezzi dei box ormai raddoppiati (i ritardi moltiplicano i costi).
In via Sammartini (stesse aziende: Quadrio Curzio, poi Salini), la costruzione degli oltre 300 box comincia nel 2005 e il termine lavori è fissato a febbraio 2007. I cittadini pagano ma i cantieri sono lenti. Risultato: per i box finiti a dicembre 2009, il costruttore chiede una «giustificazione» per quasi 900 giorni di ritardo e aumenti di prezzo del 60 per cento. Gli acquirenti, assistiti dal legale Luca Faotto, per contestare le somme sono arrivati all'«arbitrato». Oggi però il costruttore ha intrapreso un'azione legale davanti al Tar e al Tribunale contro la perizia indipendente che limitava le richieste dell'azienda. In conclusione: 6 anni d'attesa per un box e neppure un atto firmato dal notaio. Una battaglia legale molto simile è aperta per i quasi 300 box di piazzale Accursio: assistiti dall'avvocato Mariangela Liuzzo, gli acquirenti vedono il parcheggio costruito (in gravissimo ritardo) e finito da un anno, ma non conoscono una data di consegna e si trovano con i prezzi aumentati del 60 per cento rispetto a quanto era previsto alla firma del contratto e loro hanno già pagato. «Da anni - commenta Luigi Caroli, candidato nella lista di Milly Moratti - i milanesi sopportano enormi disagi per la leggerezza con cui il Comune ha concesso le autorizzazioni e per la carenza di controlli».
In via Lucerna, zona Inganni, la situazione è ancor più grottesca. Box costruiti (da «Parcheggi per Milano»), ultimati e venduti a ottobre 2008. Il progetto è però passato da 170 a 225 box, trasformazione che il Comune ha reputato «non autorizzata». Risultato: nessun acquirente è ancora proprietario del garage che ha pagato e che usa. Il Comune a luglio 2010 ha promesso un «atto straordinario per una soluzione equa». I cittadini però attendono, non sanno nulla e sono furibondi: «Era il Comune a concedere l'area e il Comune ha nominato il comitato di vigilanza che avrebbe dovuto controllare. Eravamo tranquilli. Ora pretendiamo che il Comune ci tuteli e risolva la nostra situazione».
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