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La stazione doveva essere collocata in via Rontgen
La Bocconi «boccia» il bike sharing
Annullata l'installazione della rastrelliera: «Occupa suolo privato e deturpa l'immagine dell'ateneo»

Articolo del: 18/05/2011
Autore: Armando Stella

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MILANO - Il cantiere è stato aperto e subito smontato, gli operai hanno liberato il marciapiedi e i tecnici hanno depennato il progetto dalla lista delle nuove stazioni. La Bocconi ha bocciato il bike sharing, non lo vuole ai suoi piedi, occupa suolo privato e deturpa l'immagine dell'ateneo. C'è e resterà una smagliatura nella rete delle biciclette pubbliche BikeMi: è in fondo a via Röntgen, all'angolo con viale Bligny, in faccia alla sede bis della Bocconi, il palazzo ultramoderno con uffici e sale congressi, primo premio 2008 al festival dell'architettura di Barcellona. La rastrelliera elettronica avrebbe dovuto essere installata all'ingresso dell'università: un punto nodale nel piano di sviluppo delle bici pubbliche. Tutte le commissioni comunali, in aprile, avevano esaminato e approvato struttura e localizzazione. Arredo urbano, lavori pubblici, pubblicità: «Avanti!». È stata la Bocconi a fermare l'iter: «Il suolo è nostro, non è pubblico». Vero? Falso? E poi. Tutto? O solo in parte?

Sono stati necessari accertamenti e ricerche d'archivio. Documenti, mappe, eventuali lasciti. È scoppiato, inaspettato, lo strano caso di via Röntgen. Il Comune ha indetto una riunione il 5 maggio con la polizia locale, i tecnici del settore Mobilità, i rappresentanti di Atm e il gestore ClearChannel. È andata così. Un geometra della Bocconi ha prima esposto la tesi che «il marciapiedi rientra nelle proprietà dell'ateneo» (senza però riuscire, racconta chi c'era, a documentarla integralmente), poi è passato al piano B: «Il bike sharing rovina l'immagine dell'università». Inutile s'è rivelato il pressing del Comune: «La stazione valorizza la funzione pubblica della Bocconi e garantisce sicurezza a professori e docenti, costituendo una barriera tra la strada e il passaggio pedonale». Nulla da fare. Le biciclette non hanno superato l'esame. La Bocconi assicura che «si troverà un'alternativa, in uno spazio adeguato, stiamo già eseguendo i sopralluoghi... E comunque: nessun preconcetto. Del resto, è in funzione già da due anni una stazione del BikeMi in via Bocconi». Palazzo Marino, tuttavia, aveva investito molto sul progetto di via Röntgen: «Era prevista una rastrelliera di 33 stalli e una dotazione di 24 bici, una fermata "grande" proprio per soddisfare al meglio le esigenze degli studenti». L'ipotesi è stata abbandonata. La «fase 2» del bike sharing, in ogni caso, arriverà in altre 35 strade della città, da Porta Genova alla Centrale, da via Col di Lana a corso XXII Marzo, da via Ripamonti a piazzale Lagosta. Il programma di ampliamento, pur in ritardo di due anni, è stato finanziato con 5 milioni di euro. Salvo ulteriori proteste, dovrebbe avanzare.

Commento: Il dato che più colpisce è nell' ultima frase: 5 milioni di Euro! In aggiunta a quelli già stanziati prima.
Certo, le biciclette sono carine e molto trendy.
Ma siamo sicuri che a Milano non ci sono cose più urgenti e importanti? Magari il Seveso che esonda, la metropolitana che chiude già a mezzanotte, le strade piene di buche, la strisce pedonali in gran parte cancellate, come pure molta parte della restante segnaletica orizzonatale, il pavet che si alterna a caso con l' asfalto (cosa molto pericolosa).
Come al solito in Comune danno grande importaza alla ciliegina, ma della torta se ne dimenticano. Se le voci base rimangono trascurate e inadeguate, è solo un danno investire milioni di Euro in cose che sono simpatiche ma non indispensabili.


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