| lettera del coordinatore Dattolico: «proteste dei cittadini». Interrogazione dei Radicali «Piste ciclabili, segnaletica fuorilegge» Ultimatum dei giudici di pace al Comune. «L'amministrazione deve intervenire»
Articolo del: 07/07/2011 Autore: Armando Stella
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MILANO - Bici sulle zebre. Corsie ciclabili che si sovrappongono o costeggiano le strisce pedonali, attraversamenti misti, percorsi «promiscui», tracciati agli incroci nell'ultima stagione Moratti, privi di «cartelli verticali» che li rendano «comprensibili». La nuova segnaletica stradale è confusa, contraddittoria, o peggio: «Inadeguata». Va corretta. Il richiamo al Comune è partito ieri dall'Ufficio del giudice di pace di via Francesco Sforza, lo firma il coordinatore Vito Dattolico. Nella lettera inviata all'assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, l'avvocato Dattolico chiede «chiarimenti», documenti, delibere, riferimenti al codice della strada: «Abbiamo ricevuto numerose proteste da parte dei cittadini». Il rischio «concreto», in caso d'incidenti, o di sanzioni, è che il caos dipinto sull'asfalto si riversi in cause, contenziosi legali e ricorsi. Sarebbero accolti? «Se la situazione non cambia, sì».
Chi ha la precedenza in via Melchiorre Gioia, all'angolo con via Pirelli? Il ciclista o il pedone? E quale norma lo stabilisce? «L'utente della strada - dice Dattolico - non ha la percezione esatta delle dinamiche e dei comportamenti da tenere nel traffico». L'assessore Maran assicura: «Verificheremo la segnaletica per capire come renderla migliore e più comprensibile. Non solo: dobbiamo farlo riducendo il numero di pali in città e senza ingolfare ancora di più l'arredo pubblico». L'ultima sperimentazione di corsie ciclabili sui marciapiedi - in zona Martesana-via Padova - è stata lanciata e poi cancellata dalla ex giunta Moratti. Le «strisce bianche intersecate dal simbolo del velocipede», per dirla con Dattolico, sono invece la scorciatoia che è stata utilizzata per collegare i tronconi di piste o corsie interrotte, sconnesse, monche. Il giudice di pace espone un dubbio per argomentare l'accusa: «Il Comune vuole "equiparare" ciclisti e pedoni?».
Il codice della strada, continua Dattolico, distingue, regola: non accomuna. Il Comune lo sa? «Le conseguenze di questa confusa regolamentazione dei flussi - conclude il coordinatore dei giudici di pace - potrebbero essere significative». Dunque: gravi. «Se manca il passaggio ciclabile all'incrocio, bisogna smontare dalla sella e condurre la bici a mano», replica Eugenio Galli, il presidente dell'associazione Ciclobby: «Ma gli attraversamenti per le due ruote sono essenziali, anche affiancati alle strisce pedonali. Si faccia chiarezza». Con una videointerrogazione depositata in consiglio, ieri, il radicale Marco Cappato chiede invece chiarezza sulla neonata pista ciclabile di via Vittor Pisani: «È costantemente occupata da macchine e furgoncini parcheggiati; i cartelli e i semafori sono stati coperti da sacchetti neri di plastica». Così non è una pista ciclabile: «La proteggeremo coi cordoli - promette Maran - e manderemo vigili e carro attrezzi».
Commento: Ma perchè qualcuno non dice che le piste ciclabili in via Vittor Pisani sono semplicemente da eliminare, visto che i ciclisti potrebbero semplicemente andare sui marcipiedi (come del resto fanno senza problemi in altri casi)? Le ultime piste ciclabili costruite sono una vera pagliacciata! (E per la verità anche molte delle altre, costruite in precedenza.)
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