| Atm, sindaci dell'hinterland in rivolta per la doppia stangata sui pendolari Ad agosto l’aumento deciso dalla Provincia, a settembre si aggiungerà quello previsto da Palazzo Marino. "È il contrario della riduzione promessa per il 2015, e in più c’è la crisi"
Articolo del: 26/07/2011 Autore: ALESSIA GALLIONE
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Sarà una doppia beffa per quanti, ogni giorno, raggiungono Milano su un autobus o un vagone del metrò di Atm. Doppia come gli aumenti del biglietto che dovranno pagare: dal primo agosto un ritocco all’insù del 20 per cento fatto scattare dalla Provincia sui tratti extraurbani. Che si andrà a sommare, a settembre, al rincaro del ticket urbano deciso da Palazzo Marino. In questo caso, la percentuale non è ancora stata fissata, ma le prime stime parlano di un ulteriore 2025 per cento. Troppo per quanti, magari partendo da Sesto San Giovanni, per arrivare in piazza Duomo dovranno pagare tra qualche giorno non più 1,60 euro ma 1,70. E, tra un mese, magari una cifra vicina ai 2 euro. Un salasso per i sindaci dell’hinterland. Sul piede di guerra. «Il doppio aumento è inaccettabile», è la reazione di Pietro Romano.
È lui, il neosindaco di centrosinistra a Rho, a parlare anche a nome dei colleghi dell’area Nord-Ovest e a chiedere «subito un tavolo per discutere di come riequilibrare i prezzi. Bisogna rivedere il sistema di tariffe basato su divisioni del territorio che sono assurde. Anche l’accordo di programma di Expo, poi, per noi prevederebbe esattamente il contrario: una diminuzione del costo del biglietto».Sul rincaro di agosto, la Provincia è andata avanti nonostante Palazzo Marino e Atm avessero chiesto di rimandare tutto a settembre per far partire un unico aumento. «È impossibile fermarsi: Atm ha già stampato biglietti e abbonamenti con i nuovi prezzi. Creeremmo solo disagi», è la risposta dell’assessore ai Trasporti, Giovanni De Nicola. Ma quei nuovi prezzi dovranno cambiare ancora quando il Comune avrà deciso di quanto far salire la parte cittadina dei biglietti cosiddetti “cumulativi” che permettono, appunto, di viaggiare fuori e all’interno della città. Non sarà un aumento del 50 per cento come quello urbano, ma ci sarà.
Ed è proprio il doppio salasso a preoccupare l’hinterland: «In un momento di crisi — spiega Daniela Gasparini (Cinisello Balsamo) — un aumento senza un miglioramento del servizio è un problema. Cosa faranno i miei concittadini? L’uso del mezzo pubblico sarà scoraggiato e cercheranno di avvicinarsi in auto quanto più possibile a Milano». Mario Soldano di Cologno Monzese è certo: «Daremo battaglia per avere tariffe integrate». Quello che chiede anche Graziano Musella di Assago: «Bisogna incentivare la gente a usare i trasporti pubblici anche abbassando e non alzando il prezzo delle corse dall’hinterland». Un altro fronte, quello dell’hinterland. Che per Palazzo Marino si va a sommare alle proteste e ai dubbi dei milanesi. Proprio per alleggerire il peso dell’aumento del ticket, l’assessore alla Mobilità, Pierfrancesco Maran, sta cercando di diminuire al minimo l’aumento per gli abbonamenti mensili: sul tavolo c’è un ventaglio di ipotesi che va da nessun ritocco fino a scalini del 5 o del 10 per cento.
L’ultima parola, però, dovrà averla l’uomo dei conti, Bruno Tabacci. L’assessore al Bilancio, pubblicamente, non si sbilancia neppure sulla possibilità di innalzare la soglia dell’esenzione per l’addizionale dell’Irpef. Ma l’accordo sembra fatto, con l’asticella che salirà da 26mila a 33mila 500 euro. Il problema, adesso, è come recuperare quei 6 milioni di euro che mancherebbero all’appello (il gettito diminuirà da 41 a 35 milioni) nonostante la strada sia segnata: altri tagli agli assessorati. «Con queste nuove esenzioni — dice Carmela Rozza del Pd, che proporrà l’emendamento — salvaguardiamo i lavoratori dipendenti medi con un reddito fino a 1.500 euro al mese».
Ma il compromesso non accontenta tutti: «Se non partiremo da almeno 40mila euro di reddito — spiega Raffaele Grassi dell’Idv — voterò contro». E opposizione dura è annunciata anche dal centrodestra quando la manovra, da domani, arriverà in aula: «Presenteremo centinaia di emendamenti per bloccarla», annuncia il pdl Carlo Masseroli. La Lega, invece, venerdì organizza un presidio e una raccolta di firme davanti a Palazzo Marino.
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