Articolo del: 28/04/2008 Autore: Pietro Vernizzi
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Quattro sostanze altamente cancerogene nel mirino di Arpa Lombardia. Da aprile l’agenzia per la protezione ambientale ha avviato una serie di nuovi monitoraggi da 13 centraline distribuite su tutta la regione. Obiettivo verificare i livelli delle emissioni di alcuni inquinanti che finora non erano presi in considerazione dai monitoraggi del Pm10. Un potenziamento dell’impegno per preservare l’aria, che permetterà di tenere sotto controllo i due nemici numero uno dell’ambiente: motori a diesel e riscaldamento a legna. Responsabili rispettivamente del 29,2% e del 27,2% del Pm10 emesso in Lombardia (pari a 6.766 tonnellate all’anno per il diesel e 6.303 per la legna), ma soprattutto «incriminati» per la produzione di benzoapirene, uno degli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) più cancerogeni per l’uomo. Oltre a questa sostanza è iniziato il monitoraggio anche per arsenico, cadmio e nichel, altrettanto pericolosi e prodotti dalle industrie.
Come rivela Guido Lanzani, responsabile organizzativo Qualità dell’aria di Arpa Lombardia, «le 13 centraline coprono le cinque zone in cui è suddivisa la Lombardia. Ne abbiamo due a Milano, una a Meda, una a Brescia e una a Mantova per l'area A1, a Magenta, Varese e Casirate (Bergamo) per la A2, a Soresina (Cremona) e Schivenoglia (Mantova) per la B, a Moggio (Lecco) e Darfo (Brescia) per la C1 e a Sondrio per la C2». Diverso il metodo utilizzato rispetto ai monitoraggi svolti finora. «Non è più sufficiente misurare in modo automatico il Pm10 nelle centraline, diffondendo i dati in tempo reale - spiega Lanzani -, ma occorre prelevare le polveri sottili e poi analizzarle in laboratorio con delle strumentazioni di grandi dimensioni. In pratica raccogliamo il Pm10 attraverso uno speciale filtro e poi esaminiamo quanto queste polveri sono “cattive”, cioè contengono le quattro sostanze indicate». Lanzani non si sbilancia su quali saranno i primi risultati delle analisi, è probabile però che non saranno i livelli delle emissioni industriali a destare maggiori preoccupazioni (in quanto il numero di fabbriche è in diminuzione), ma piuttosto gli Ipa prodotti da diesel e legna.
«Stando all’ultimo inventario effettuato - osserva il responsabile dell’Arpa - ogni anno in Lombardia l’utilizzo del diesel produce 6.766 tonnellate di polveri sottili, pari al 29,2% delle emissioni di Pm10, contro le 652 tonnellate della benzina verde e l’1,9 del Gpl». Ancora più evidente l’effetto in provincia di Milano, dove i veicoli a gasolio diffondono 1.823 tonnellate di Pm10 (il 39,5%), contro le 255 della benzina verde e le 0,7 del Gpl. Ma Lanzani punta il dito soprattutto contro i buoni (ma solo in apparenza) vecchi caminetti a legna. «Non vanno visti come un fenomeno puramente folcloristico - rimarca -, per quanto mi riguarda sono il problema principale. Basti pensare che accendendo il caminetto per un’ora si inquina quanto con il metano in un'intera stagione». In Lombardia la legna produce infatti 6.303 tonnellate di Pm10 l’anno (il 27,2% delle emissioni), contro le 243 del metano, con un’incidenza maggiore in montagna rispetto a Milano, dove in inverno si raggiunge però il 30% delle emissioni.
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