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Pisapia vuole lasciarci a piedi. Ma la Provincia: "Non decidi tu"
Il Comune vuole puntare sulle solite vecchie domeniche senz’auto. E Palazzo Isimbardi stoppa: "Devono essere coordinate fra tutti". De Corato: "Sindaco male informato, su queste iniziative esiste un regolamento"

Articolo del: 19/09/2011
Autore: Sabrina Cottone

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La giornata si chiama «Puliamo il mondo» ma il progetto del sindaco è assai meno pretenzioso: rivitalizzare le vecchie, solite domeniche a piedi. «Credo sia fondamentale ragionare adesso su provvedimenti che potranno essere necessari a gennaio o a febbraio, per non arrivare con provvedimenti d’urgenza» dice Giuliano Pisapia durante l’appuntamento organizzato da Legambiente. Monta subito la polemica con palazzo Isimbardi. L’assessore provinciale ai trasporti, Giovanni De Nicola, sostiene che i provvedimenti antismog «dovrebbero essere concordati al tavolo provinciale in modo da garantire una maggior efficacia». A sostenere la necessità di un coordinamento ancora più ampio, da sempre, è anche la Regione.
Ma la replica arriva anche dall’ex vicesindaco, Riccardo De Corato, che difende l’ambientalismo della giunta Moratti. «Pisapia è stato male informato. Infatti l’anno scorso a febbraio 2010 era entrato in vigore il regolamento che prevedeva la prima domenica a piedi in caso di superamento per 12 giorni consecutivi del PM 10. Poi, se il superamento continuava oltre il 18 giorno consecutivo, oltre alle domeniche a piedi scattava il blocco delle auto inquinanti in tutto il centro storico, cioè nell’area Ecopass». Conclusione: «Pisapia non deve inventare nulla». Una rivendicazione in piena regola della delibera approvata nel gennaio 2010 che stabilisce le regole nel caso di sforamento del PM 10.
Ma non di solo ecologismo domestico vive la domenica di Pisapia. Al contrario il sindaco, intervistato su SkyTg24, si lancia sui temi politici più vari. Rivela di essere tirato per la giacchetta in direzione di Roma: «Molti mi chiedono di entrare nell'agone politico nazionale. Io dico che farò il sindaco e spero di farlo bene, ma è chiaro che mi occupo anche delle tematiche nazionali». Il motivo è presto detto ed è un’accusa al governo Berlusconi di trattare male la città che ha votato a sinistra: «È chiaro che se cambia il governo del Paese Milano non avrà tutti gli ostracismi che oggi trova a livello nazionale».
Pisapia lancia il copyright ambrosiano: «Milano può essere un esempio per tutto il centrosinistra». E, sia pur contento di avere visto nella stessa foto («bellissima») Pierluigi Bersani, Antonio Di Pietro e Nichi Vendola, non esita a indossare il ruolo del rottamatore. Va giù duro: «È una foto di tre persone che fanno politica da vent’anni e c’è bisogno di una rotazione degli incarichi, che è l’unico modo per far crescere una nuova generazione politica». Tra i “rottamati” anche il presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo («ha una visione accentrata sulla sua esperienza personale»), il cui nome periodicamente si riaffaccia sulla scena politica.
Il nuovo che avanza, secondo Pisapia, ha il volto e il nome del banchiere Alessandro Profumo. Non è la prima volta che Pisapia (nonostante la sua diffidenza per i “poteri forti”) si dichiara sponsor e ammiratore di Profumo, l’ex amministratore delegato di Unicredit “licenziato” con una buonuscita di 40 milioni di euro.
Pisapia spiega di preferirlo al manager della Ferrari: «Montezemolo ha una visione più accentrata sulla sua esperienza aziendale, mentre Profumo ha una visione molto più ampia, quella del volontariato, della Casa della Carità, ed è in grado di rappresentare mondi diversi». Al momento della ricca liquidazione di Unicredit, la moglie di Profumo aveva annunciato una donazione di due milioni di euro alla Casa della carità di don Virginio Colmegna, cui il banchiere è legato da tempo. Ed è proprio questa predilezione che Pisapia mette tra le principali benemerenze del curriculum di Profumo. La Casa della Carità di don Colmegna è punto di riferimento anche del primo cittadino, che da lì ha pescato il vicesindaco Maria Grazia Guida: prima di fare da numero due a Pisapia era la numero due di don Virginio.


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