| Smog, maglia nera alla zona Ecopass Negli ultimi anni trend in calo - GUARDA LE VIDEONEWS
Negli ultimi giorni la riapertura degli uffici e la ripresa delle attività hanno rilanciato i veleni. Sul ticket d'ingresso crescono i conensi per la pollution charge
Articolo del: 20/09/2011 Autore: Enrico Fovanna
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Milano, 20 settembre 2011 - Torna a salire negli ultimi giorni il livello del pm10 a Milano, anche se si mantiene sotto la soglia-limite di 50 microgrammi al metro cubo. Nessun allarme tra gli analisti, che imputano i valori alla ripresa a tempo pieno delle attività commerciali e negli uffici.
Per intenderci, i 23 microgrammi registrati dall’Arpa lunedì 12 settembre nelle centraline di Pascal Città Studi e via Senato raddoppiano il giorno dopo nella prima (47) e lievitano comunque di molto nella seconda (41). Più lieve nelle 24 ore il salto al Verziere (da 29 a 38) ma comunque in marcato rialzo. Stessa tendenza, (43 a Pascal, 39 al Verziere e 40 in via Senato) il giorno successivo, mercoledì 14 settembre. Dati solo in apparente contraddizione con quelli degli ultimi dieci anni, diffusi sempre dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente.
Se prendiamo infatti in considerazione lo stesso periodo dell’anno (dal 1 gennaio al 14 settembre), nelle centraline Juvara Pascal e Verziere, nel 2002 registriamo una media rispettivamente di 55 e 58 microgrammi per metro cubo. Nel 2003 di 55 e 42. Nel 2004, i primi segnali di calo, con 43 e 45. Per un paio d’anni si ritorna in quota, con 50 e 45 nel 2005 e 51 e 47 nel 2006.
Di qui inizia la vera e propria discesa. 46 e 44 nel 2007, 40 e 49 nel 2008, 42 3 41 nel 2009, 35 e 38 (i valori minimi in assoluto) l’anno scorso, e 39 e 45 quest’anno. Dal 2008 entra in funzione anche la centralina di via Senato, che segna un valore di 46, in discesa a 41 nel 2009, 38 l’anno scorso (anche in questo caso, valore minimo) e 44 quest’anno.
In generale, potremmo dire che per la prima volta il 2011 segna una inversione di tendenza nella riduzione dei livelli di pm10 dissolto nell’aria di Milano. «La riduzione - spiegano all’Arpa - è molto più limitata negli ultimi 3-4 anni. Il dato oggettivo è che, man mano i milanesi rinnovano il parco auto, le emissioni di anidride carbonica calano. Di conseguenza anche il pm10».
Ma andando a leggere meglio le tabelle, si scopre che la più alta concentrazione di pm10 a Milano si trova proprio nella cerchia dell’Ecopass. se noi misurassimo il pm10 al di fuori della cerchia dei Bastioni, lo troveremmo più basso. Ma la ragione, spiegano gli esperti, sta nel fatto che le concentrazioni più elevate si registrano laddove c’è una maggior concentrazione di auto.
Ci sono poi altri due fattori che spiegano il calo del pm negli ultimi cinque anni; anzitutto, la diminuzione del traffico veicolare è stata del 17%. Poi il miglioramento del tasso di ecologia dei motori nuovi, in particolare l’estensione del filtro antiparticolato.
«Nella pianura padana - spiegano all’Arpa - il vento ha una velocità media molto bassa, di circa tre metri al secondo». Un grosso limite alla pulizia dell’aria, se si pensa che, per esempio a Parigi, la velocità del vento è di circa 10 metri al secondo. «La morfologia del territorio dunque - è la tesi - non può contare sul fattore vento per l’abbattimento delle polveri. E quando lo fa la pioggia, l’effetto è solo temporaneo».
Dai dati al dibattito su Ecopass, il tratto è breve. Quel che appare sempre più evidente, sottolineano alcuni analisti, è che Ecopass non è «in in alcun modo» un deterrente per l’inquinamento. Non abbatte, insomma, lo smog. Ma potrebbe essere utilizzato, sulla falsariga del modello londinese, come una congestion charge. Una vera e propria tassa insomma, i cui proventi dovrebbero essere destinati alle politiche ambientali in genere e di trasporto pubblico in particolare.
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