| «Sogno una città sicura per chi pedala» L'assessore ai Trasporti Maran: Persto «fermate anticipate» ai semafori, corsie a doppio senso, rastrelliere
Articolo del: 21/09/2011 Autore: Gianni Santucci
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MILANO -Cento chilometri di nuove piste ciclabili. Progetto impegnativo, rischio che resti solo una speranza. Realizzabile? «Una città che vuole una svolta per la mobilità sulle bici non può misurarsi solo sui chilometri di piste ciclabili».
E a cosa dovrebbe puntare, assessore? «Alla visione complessiva e alla capacità di rendere la città nel complesso più vivibile».
È un intento lodevole, ma un po' generico... «Significa lavorare per rendere più sicure le corsie più usati; aumentare i percorsi nelle zone più delicate, come intorno alle scuole; unire pezzi e tronconi di piste che oggi sono isolati. Questi obiettivi non sono affatto generici. Dobbiamo consentire alla bici di muoversi nel complesso con più sicurezza».
Pierfrancesco Maran è l'assessore all'Ambiente e alla Mobilità. Dai suoi uffici passa buona parte della credibilità che la giunta Pisapia riuscirà a guadagnare: nuovo Ecopass, politiche per i mezzi pubblici, riduzione di traffico e smog, realizzazione dei progetti votati con i referendum sull'ambiente. Scadenze ravvicinate e necessità di dare una risposta. Anche (e soprattutto) ai milanesi più «eco», quelli che si spostano in bicicletta.
Quali sono i primi passi concreti? «Accanto alla visione d'insieme, bisogna muoversi per risolvere anche problemi più semplici: nella manutenzione delle strade, ad esempio, stiamo dando indicazione per accelerare la rimozione di molti ostacoli vicini ai percorsi per le bici, come pali e segnaletica inutile».
Cosa chiedono i ciclisti milanesi? «Abbiamo ad esempio aperto il bando per l'acquisto delle nuove rastrelliere, quelle a cui si può legare anche il telaio per contrastare i furti».
Rimuovere i pali inutili e installare le rastrelliere, d'accordo. Ma basteranno ad aumentare gli spostamenti su pedali in città? «Questi interventi servono se collegati a un impegno più ampio. Stiamo scrivendo una lettera al ministero dei Trasporti, perché il codice della strada è molto rigido sulla ciclabilità e invece per dare una svolta Milano ha bisogno di elasticità e sperimentazione».
Cosa chiedete? «Per prima cosa la "fermata anticipata" (è una norma applicata in Francia, dove le macchine si fermano a distanza di 3 metri dal semaforo assicurando alle bici di attraversare gli incroci senza rischi, ndr), un meccanismo fondamentale per la sicurezza. Altrimenti le nostre piste avranno sempre problemi agli incroci. Stesso discorso per le corsie per le bici a doppio senso e per la possibilità di colorare l'asfalto sulle carreggiate stradali».
Per i cento nuovi chilometri di piste serviranno 30 milioni di euro. Sarà uno dei capitoli di spesa per gli incassi del nuovo Ecopass? «La priorità per gli investimenti sono i mezzi pubblici. Di certo le nostre azioni saranno anche a misura di bicicletta».
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